Nelle scorse settimane, insieme al gruppo di lettura Non stancarti di leggere, ho riletto Basilicò di Giulio Macaione: una graphic novel che ho adorato sia alla prima che alla seconda lettura. E oggi la porto sul comodino, per parlarne finalmente anche con voi.

Basilicò di Giulio Macaione, una graphic novel edita Bao Publishing. Nella foto, un ipad con la versione digitale del fumetto è posata su una tovaglia apparecchiata: tovagliolo, posate, un piatto verde e un bicchiere.

Di cosa parla Basilicò?

Basilicò è l’amara storia di una famiglia perfetta. O meglio, di una donna che voleva a tutti i costi una famiglia perfetta. E, in particolare, di una donna che ha ottenuto i classici risultati che si ottengono quando si ricerca ossessivamente la perfezione: un disastro. E non è spoiler, è evidente fin da subito.

In questa graphic novel Giulio Macaione racconta con spietata precisione il dramma di essere genitori e quello di avere una madre “ingombrante”. Ci parla di come i rapporti tra genitori e figli siano complicati e di quanto sia facile sbagliare disastrosamente, anche con le migliori intenzioni.

E il tutto inserito in una bella storia, con una bella costruzione e un’ambientazione più precisa di quanto sembri. E senza dare l’impressione di voler impartire una lezione.

La struttura

Perdonatemi, ma il mio entusiasmo è tale che proprio non posso non soffermarmi sulla struttura, prima di passare ai personaggi.

Basilicò è un romanzo grafico breve, ma ben ragionato e costruito con grande precisione.

È diviso in una serie di capitoli, ognuno dedicato ad uno dei figli di Maria Morreale, la protagonista. Ciascuno è introdotto da una ricetta, che rappresenta il legame tra la madre e il figlio (adulto) che stiamo per conoscere. Concluso il capitolo, invece, un flash back in seppia ci fa scoprire un tassello del passato di Maria, a volte legato all’infanzia dei suoi figli. E ci dà tanto a cui pensare.

L’epilogo ci riporta al principio, al prologo, ma ovviamente con un quadro più completo della situazione. E se pensate che questa composizione renda la storia lineare, come spesso accade nelle graphic novel che puntano su una struttura precisa, vi sbagliate di grosso. I colpi di scena e l’emotività non mancheranno.

I personaggi

Quasi tutti i personaggi che incontriamo in queste pagine fanno parte della famiglia Morreale. Abbiamo Maria, la madre ingombrante, protagonista assoluta sia del romanzo (di cui è anche narratrice) che della vita dei figli.

E poi, uno per uno, i cinque giovani Morreale. Ognuno unico e simile agli altri, sia caratterialmente che a livello fisiognomico. La storia e la personalità di ognuno vengono tratteggiate in una serie di brevi situazioni che li mostrano nella loro vita indipendente e poi in relazione con la madre. Gli episodi sono molto brevi, ma ben rappresentativi: non c’è uno di loro che non si avrà l’impressione di conoscere dal vivo, alla fine di Basilicò. Anzi, forse solo uno.

Un dettaglio che non si può trascurare, comunque, è la lingua dei personaggi. La storia è ambientata in Sicilia, la terra d’origine di Macaione stesso, e i suoi personaggi parlano un’italiano arricchito di regionalismi. Specialmente nei momenti di forte emotività. E non è un linguaggio costruito a tavolino: è vivo, naturale, fatto di parole spontaneamente ordinate in un modo anziché in un altro, di influenze dialettali messe in corsivo, di calchi. In certi casi, ve lo assicuro, vi sembrerà di sentire l’accento dei Morreale direttamente nelle orecchie.

Il neo di Basilicò

Se proprio si vuole trovare un difetto, direi che la storia è un po’ di parte. La protagonista è una ed è talmente ingombrante da oscurare totalmente alcune figure. Come ad esempio quella del marito, praticamente invisibile.

Gli spunti di riflessione

Basilicò è una graphic che mi ha lasciato a boccheggiare per l’emotività sia alla prima che alla seconda lettura. Sarà che ho un debole per le storie che affrontano il rapporto tra genitori e figli, ma credo che sia un romanzo davvero pregno di spunti.

Per farvi una rassegna rapida, indolore e spoilerfree, si parla di apparenze, di accettazione, di carenze di affetto. Di traumi, di solitudine, di manie di controllo, morbosità e perbenismo. E anche, en passant, di razzismo e omofobia.

Insomma, è quasi inutile specificarlo, ma è una graphic novel che consiglio caldamente. Non ad un target preciso, credo che sia adatta un po’ a tutti. Sappiate solo che è una storia molto amara.