[Prima di cominciare, una doverosa premessa: questo post è stato scritto il 19 aprile 2020, molto prima che scoprissi delle opinioni transfobiche di Chimamanda Adichie. Questa rivelazione non ha modificato il mio pensiero su questo libro, che pubblico in questa recensione senza apportare modifiche. Se vi interessa, QUI trovate il mio parere sulla vicenda: la mia stima verso l’autrice si è decisamente incrinata e la delusione è stata bruciante, ma è un’autrice che mi ha dato tanto e non credo smetterò di leggere, seppur usando d’ora in poi più senso critico e meno adorazione.]

Andiamo subito al sodo: se vi è venuto in mente di comprare Il pericolo di un’unica storia, secondo me non dovreste farlo.

Foto della copertina de Il pericolo di un'unica storia di Chimamanda Adichie (Einaudi) in formato digitale. Tablet su un comodino pieno di libri e appunti

Se mi seguite un po’, ormai lo sapete: appena leggo su un libro il nome di Chimamanda Ngozi Adichie, quel libro finisce dritto dritto sul comodino. Questo titolo non ha fatto eccezione: appena ho scoperto della sua esistenza, l’hype è immediatamente salito alle stelle.

I motivi che mi hanno spinta a prenotare subito su MLOL Il pericolo di un’unica storia sono stati due:

1) era un nuovo libro della mia adorata Chimamanda;

2) si trattava del problema della narrazione della storia del mondo dal solo punto di vista dei bianchi occidentali, un tema che mi sta molto a cuore fin dal primo momento in cui ho realizzato che, no, forse la storia vista come ce la insegnano a scuola non è affatto esaustiva.

Questo articolo si dividerà in due parti: una in cui mi entusiasmo per i suoi contenuti e una in cui vi sconsiglio di acquistare questo libro. Ma non sono impazzita, giuro.

Pronti?

Perché ho amato Il pericolo di un’unica storia

Doverosa premessa: Il pericolo di un’unica storia non è un romanzo e tanto meno un saggio; è la trasposizione di un discorso pronunciato da Chimamanda Ngozi Adichie per TEDGlobal nel Luglio 2009.

Il punto forte di questo volumetto è, naturalmente, la tematica affrontata: l’importanza di una narrazione storica trasversale e tridimensionale. È un testo breve ma intenso, raccontato nell’inconfondibile stile argomentativo di Adichie, lo stesso che caratterizza anche Dovremmo essere tutti femministi – che però non mi è piaciuto particolarmente.

L’autrice racconta aneddoti personali legati da un tema comune e lascia che sia tu a riflettere su di essi. E lo fa senza paura, narrando situazioni in cui il pericolo di un’unica storia si è concretizzato per lei in discriminazioni subite, ma anche episodi in cui lei per prima si è trovata a discriminare per questo stesso motivo. Sceglie di raccontare la tematica solo dal punto di vista “critico”, mostrando i limiti di una narrazione unica e lasciando che sia tu a intuirne i pregi e a sforzarti di superarla.

E ciò che vuole trasmettere risulta chiarissimo: se si conosce un solo punto di vista, si ha una visione parziale. Una visione parziale di una persona, di una cultura, di un paese, della storia del mondo. È un problema che si manifesta su molti livelli, ma una volta che sai che il pericolo di un’unica storia esiste, probabilmente il tuo modo di approcciarti alle verità dovrebbe cambiare. Di inciampare capiterà comunque, ma la consapevolezza potrebbe permetterti di rimediare.

L’argomentazione di Chimamanda Adichie è sempre efficace e puntuale, arricchita di elementi personali che portano il lettore (o l’ascoltatore) a empatizzare e farsi coinvolgere dal discorso. La ritengo un’ottima comunicatrice, non posso proprio negarlo. È un testo snello, stimolante, di facile comprensione ma non semplicistico. Però non vi consiglierei di comprarlo.

Dove vi sconsiglio di acquistarlo

Sarò breve, coincisa e venale: il cartaceo conta 48 pagine e costa 7€. La versione ebook da cui l’ho letto ne conta 22, delle quali Il pericolo di un’unica storia ne occupa solo 8 (il resto è tutto paratesto promozionale), ed è in vendita a 4,99€. Ecco, no, non penso proprio ne valga la pena.

Un testo così breve probabilmente si farebbe più bella figura a renderlo disponibile gratuitamente o, meglio ancora, ad inserirlo in una raccolta di interventi della stessa autrice o sullo stesso argomento. Così, da solo, nudo e crudo, senza nemmeno commenti di esperti sul tema, non credo sia un acquisto intelligente. È comunque solo un testo che introduce ad una questione vastissima e intricata, tutt’altro che esauriente. È più un invito ad avvicinarsi ad un tema (di nuovo, proprio come Dovremmo essere tutti femministi).

A meno che non tu non voglia fare un regalo a qualcuno che ama tantissimo questa autrice o questo argomento, puoi tranquillamente evitare di spenderci dei soldi. Se proprio vuoi leggerlo, prendi in prestito Il pericolo di un’unica storia in biblioteca o su MLOL. Oppure, ancora meglio, puoi fruirlo gratuitamente nella sua versione originale, guardando il video qui sotto.