Sul comodino, oggi, un libro che mi ha fatto entusiasmare – per lo stile di disegno, le citazioni e i magnifici personaggi. Parliamo de Il porto proibito della magica accoppiata Radice-Turconi.

Copertina de Il porto proibito di Teresa Radice e Stefano Turconi

Cos’è Il porto proibito?

Una graphic novel, un romanzo a fumetti, con ambientazione marinaresca e un’anima fortemente letteraria. Il porto proibito è un racconto d’amore, mistero, avventura e introspezione, impreziosito da citazioni colte – non solo virtuosismo autoriale, ma filo conduttore della trama  – e canti popolari. Una storia che non si può proprio smettere di leggere una volta cominciata, per la delicatezza della voce narrante, la profondità dei personaggi e la maniacale cura prestata ad ogni dettaglio (vedi sotto alla voce “Pro”).

Suddivisa in quattro atti come un’opera teatrale, la storia racconta le vicende di un naufrago privo di memoria che cerca di ricostruire la propria identità in una nebbia di ricordi intrisa di mistero. Un’avventura vissuta tra l’oceano e le strade di Plymouth, che si intreccia con The Rhyme of the Ancient Mariner di Samuel Taylor Coleridge. Un piccolo capolavoro, risultato dalla sapiente miscela di riferimenti culturali accuratissimi, storie strazianti e piene di pathos con elementi comici, e dalla perfetta armonia tra la gentile voce narrante di Teresa Radice e i morbidi tratti della matita di Stefano Turconi.

Il porto proibito è una storia adulta, nonostante la delicatezza della forma. È un racconto di buoni e cattivi sentimenti, di morte, di abbandoni, di sogni e di tradimenti. Una storia che al destino, un po’, ti ci fa credere.

Citazione da Il porto proibito di Teresa Radice e Stefano Turconi

L’ambientazione

Uno dei fiori all’occhiello de Il porto proibito è senza ombra di dubbio l’ambientazione. Le magistrali illustrazioni di Turconi proiettano il lettore dritto dritto sulle navi dei protagonisti, a respirare salsedine, parlare con accento inglese e ad ascoltare i battiti di cuori abituati ad abbandonare ciò che amano per sfidare il mare aperto. Con loro canterete i canti tipici, bacerete la terraferma e vi fionderete alla taverna o al bordello non appena la nave giungerà in porto. I canti marinareschi, in particolare, mi hanno rapita prepotentemente; sono realmente esistenti e potrete ascoltarli su Youtube. Ve ne lascio qui un assaggio.

E come se i racconti, le leggende, gli ambienti portuali, la taverna, il porto e i postriboli non bastassero a dipingere l’ambientazione nel migliore dei modi, troverete terminologia specifica navale a uffa. Non sono assolutamente in grado di confermarne l’accuratezza, ma, se l’attenzione posta nella scelta del lessico è la stessa posta nelle citazioni letterarie, potete scommetterci.

Citazione da Il porto proibito di Teresa Radice e Stefano Turconi

Ti è piaciuto, insomma, Il porto proibito?

Aye! Senza se e senza ma: sì. Il porto proibito è una graphic novel che consiglierei a chiunquetranne forse ad un pubblico di bambini. Mi ha assorbita, fatta emozionare e sorpresa con l’evoluzione dei personaggi. Ci sono persino stati uno o due colpi di scena che proprio non avevo immaginato, cosa che non può che avermi colpito piacevolmente.

I personaggi, in generale, sono estremamente realistici e profondi. Nessuno è solo una macchietta, ciascuno di loro ha paure, preoccupazioni, dolori, passioni. Il tratto di Turconi li caratterizza e fa parlare senza alcun bisogno di parole (cosa che accade, a volte, per intere pagine).

Io, poi, sono estremamente sensibile a tutto ciò che è popolare, nel senso proprio di “ciò che porta la voce di un popolo”. E se gli inni nazionali – ma anche quelli delle squadre sportive – mi fanno piangere come una bambina, non ho potuto non innamorarmi dei canti delle ciurme de Il porto proibito.

E le citazioni letterarie! Pura poesia, letteralmente. Sono sapientemente inserite nella trama; si tratta di elementi costitutivi della storia, non solo di raffinate decorazioni, a dimostrazione di un reale amore per la letteratura da parte degli autori.

Citazione da Il porto proibito di Teresa Radice e Stefano Turconi

Pro

  • Menzione d’onore alla grafica del libro, che vuole rimandare ad un volume d’epoca. Meravigliosa e accuratissima carta geografica nei risguardi, anche questa storicamente contestualizzata. L’inizio di ogni atto è introdotto da una pagina con un’illustrazione e una citazione letteraria evocative.
  • Ogni striscia è ricchissima di dettagli visivi, soprattutto per quanto riguarda le navi. Il tratto è morbido ma preciso e il tutto sembra appena abbozzato a matita in uno stile che mi entusiasma non poco. Ho adorato l‘accurato realismo nelle ambientazioni, contrapposto ai volti dei personaggi che spesso assumono dei lineamenti caricaturali, semplici ma super espressivi.
  • Cura maniacale per dettagli di ogni tipo. Oltre a citazioni accuratissime, in qualche vignetta compaiono pentagrammi realmente suonabili e terminologia navale specifica.
  • Efficace e profonda la caratterizzazione dei personaggi, con particolare attenzione per quelli principali. Anche i secondari, comunque, non risultano affatto pure e semplici macchiette, ma mostrano caratteri dotati di luci e ombre. L’evoluzione di un personaggio in particolare, che non vi dirò, mi ha colpita e piacevolmente sorpresa con un’inversione di rotta sapientemente studiata. Una volta arrivati al punto cruciale, se tornaste indietro nella lettura vedreste le briciole di pane che gli autori hanno seminato in giro per giustificare la rivoluzione. Sono entusiasta.
  • La trama è adeguatamente intricata e senza dubbio bella. Coinvolgente, curiosa e appassionante. Non ho riscontrato grossi difetti di sviluppo, grazie al cielo.

Contro

  • Se non ricordo male, a lettura finita avrei preferito che il tono narrante fosse un po’ meno soft. Che fosse un po’ più brutale e i pugni nello stomaco ricevuti fossero belli violenti. È una storia perfettamente in grado di spezzare in due un cuore, credetemi, ma la gentilezza della narrazione ha attutito il colpo.

 

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