Sul comodino, oggi, parliamo brevemente e senza troppi filtri di Quando tutto diventò blu di Alessandro Baronciani. L’ho letto nell’edizione Black Velvet del 2008, ma so che è stato recentemente ripubblicato da BAO. Quello che non so è se ci siano differenze tra le due edizioni. Grafica con un'immagine tratta da Quando tutto diventò blu di Alessandro Baronciani: una ragazza vicino al finestrino di un treno. Quando tutto diventò blu: una graphic novel che parla di attacchi di panico a chi li conosce già fin troppo bene. Letto per il gruppo di lettura Non stancarti di leggere

L’incontro con Quando tutto diventò blu 

Se mi sono decisa a leggere questo libro, non lo nasconderò, è stato solo per via del gruppo di lettura Non stancarti di leggere, da cui è stato scelto come lettura condivisa, dopo essere stato proposto più volte da persone diverse.

Sapevo già di cosa parlava Quando tutto diventò blu, principalmente grazie alla recensione di una bookstagrammer, che diceva di non essersi mai sentita così rappresentata da un fumetto che parlasse di salute mentale. Le mie aspettative si sono impennate, a quel commento, perché il tema, si sa, è molto difficile da trattare. Poco tempo fa, invece, un membro di Non stancarti di leggere si è tirato indietro da questa lettura, dicendomi di aver già provato ad affrontarla in passato, trovandola molto superficiale. Commenti così diversi tra loro mi hanno lasciata confusa e curiosa, e così, quando ho cominciato a leggerlo, l’unica cosa di cui ero certa era che si sarebbe parlato di ansia e di attacchi di panico. Argomenti non leggeri, quindi, e che forse non ero pronta ad affrontare.

Dopo averlo letto anche io e aver esplorato ciò che ne dice il web, sono giunta ad una conclusione: se non hai mai sofferto di attacchi di panico, non credo che Quando tutto diventò blu ti insegnerà granché a riguardo. Ma se ne hai sofferto, e in maniera simile alla protagonista del libro, allora magari ti ci ritroverai. Non partire troppo convinto, però: non è detto che faccia al caso tuo, essendo tutto estremamente personale.

Le sue criticità, secondo me

Ho trovato Quando tutto diventò blu un testo molto confuso e un po’ superficiale. Per mia fortuna non ho mai sofferto di attacchi di panico, ma sono reduce da un periodo di violenta ansia durante il quale i pensieri diventavano più rapidi del battito del mio cuore, che comunque correva parecchio, e mi mancava il fiato dalla paura. Nelle prime descrizioni che Baronciani fa delle sensazioni provate da Chiara, devo dirlo, mi sono rivista molto. Però poi basta. Poi ho trovato il racconto rapido, impreciso (si parla di altre persone di sfuggita, senza capire bene cosa succeda loro né chi siano) e davvero poco comprensibile, se non si sono sperimentate certe sensazioni in prima persona. Io per prima ho capito solo ciò che mi è capitato di provare – quindi non molto.

Oltre tutto, permettetemi di dirlo, l’immagine della protagonista che emerge è decisamente negativa. Lo star male molto spesso imbruttisce le persone e l’ansia ti impedisce di vedere del bello in te stesso, ma questa è e rimane solo una parte di te. Non sei la tua malattia, anche se ti ci senti. Di Chiara vediamo solo questo, invece: la paura, la confusione, l’egoismo e l’insofferenza. Personalmente non sono riuscita a empatizzare con lei. E per quel che poco che sono riuscita a rispecchiarmi, farlo mi ha fatto sentire male, sbagliata, incastrata nel disturbo.

Nell’edizione Black Velvet, inoltre, ci sono alcune pagine caratterizzate da una struttura insolita. Ci sono alcune pagine bianche e altre che si aprono “ad organetto”, uscendo in larghezza dal normale spazio riservato alle pagine. L’idea mi è piaciuta molto, quando le ho notate sfogliando il volume per la prima volta. Ero curiosa di scoprirne la funzione narrativa. Il problema è che poi, leggendo, non l’ho colta. Immaginavo che avrebbero portato la narrazione su un livello diverso (da conscio a inconscio, da un tempo ad un altro), invece non mi è sembrato fosse così. Mi è parso un mero artificio cartotecnico.

Quando tutto diventò blu non è un testo che ti salva la vita 

La prima domanda che mi sono posta, leggendo le disavventure di Chiara, è se l’argomento riguardasse l’autore da vicino. Facendo qualche ricerca ho scoperto di no (o, almeno, Baronciani ha scelto di non rispondere in maniera diretta alla domanda nelle interviste da me lette, che trovate sotto). Pare che le testimonianze che costituiscono la base di Quando tutto diventò blu siano i racconti di alcuni amici. E in questo non c’è niente di male, ovviamente, ma a mio avviso si sente che sono informazioni di seconda mano. Nel complesso mi è parso mancasse un po’ di profondità, di visceralità.

Quando tutto diventò blu è una descrizione dei disagi vissuti da Chiara, che per prima non capisce bene cosa le stia succedendo. Il suo percorso verso il miglioramento parte con negazione, incontri con professionisti inadatti, chiusura in se stessi. È un percorso accidentato, come spesso accade, che sembra fortunatamente avere una risalita verso la fine. Ma è tutto poco chiaro, molto fumoso, decisamente incerto. Non capisci dove finisca la sua sensazione di ansia e dove inizino i fatti, che cosa, in effetti, stia succedendo e che cosa sia una metafora. Nei miei momenti di minor lucidità mi sono sentita esattamente così – confusa e insicura –, ma ho comunque avuto la sensazione di non aver capito nulla di questo libro. Credo che sarebbe stata meglio comprensibile una descrizione duplice o a posteriori, che permettesse insomma di percepire i fatti concreti oltre alle sensazioni.

Se vuole essere un fumetto puramente descrittivo (non c’è una trama), forse è un buon lavoro. Ma non chiarisce, non approfondisce, non rincuora

Lo consiglierei?

No, non credo. Ne sono rimasta molto delusa dal punto di vista narrativo e divulgativo. Però, per onestà intellettuale, devo anche sapermi far da parte: ho letto recensioni molto positive da parte di persone che hanno sofferto di attacchi di panico, quindi può darsi che io non abbia capito a fondo questo libro.

In ogni caso, non credo sia un libro adatto a tutti. Forse solo a chi ha già una conoscenza dell’argomento, diretta o indiretta che sia, e si senta di affrontare una lettura per forza di cose angosciante. Per una persona che voglia conoscere gli attacchi di panico da zero, invece, forse meglio partire da altro (altro che però, al momento, non saprei consigliare).

Quando tutto diventò blu, è importante ricordarlo, non è un libro divulgativo e non è un libro che ti salva – e spero non voglia essere nessuna delle due cose. È un libro che turba, confonde, e forse, se la tua esperienza personale è stata simile, può farti sentir rappresentato. Per me, però, non è stato così. Anzi. Mi ha angosciato e infastidito, senza comunicarmi nulla.

Sitografia utile

Raccolgo qui qualche link che ho trovato utile leggere prima di scrivere questo articolo, nel caso abbiate bisogno o voglia di leggere altre opinioni: